Pagina (253/355)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Certe locuste, saltabeccando da stordite in ogni direzione, vibrano seccamente colle ali: dall'alto gridano le marmotte.... Dove siamo? A quale altezza? In una conca strozzata fra i macigni c'è una bella isoletta di neve. La neve? La neve ai tanti di agosto! Facciamo subito un punch frappé. La neve! Si tocca, si mangia, si vede scintillare, si getta nella gerla di Main... Il terreno è fracido: s'è fusa la neve il giorno prima, ed oggi è nato un fiorello azzurro melanconico: più su, come pennacchietti orientali, tremolano i fiocchi argentei del mignin, odora il gratissimo fiore della concordia, l'amaranto che dà il responso dalle radici a chi lo vuole interrogare. Più in su ancora all'alp di nitido larice, la fanciulla nitidissima, che veste di panno rosso, parla il tedesco dai denti stretti e legge il libricciuolo della messa stampato a Kemden e col legno imprime sul burro le cifre col rosone del babbo, nella coulisse piccina della sua finestrella specchiante, la fanciulla che sorride ha posto un mazzolino di viole del pensiero, esili, rigide di contorni, pallide, odorose, insieme alla cara vaniglia dell'Alpi. Più in su ancora si cammina sulla neve, il piede freddo, l'occhio infastidito dalla vasta bianchezza, la mano stretta al bastone, il collo saettato dal sole: e su e su: si sdrucciola e si ride. Ma che! in fondo c'è un precipizio: finisce o non finisce questo tappeto, che addoppia le tinte abbrustolate delle cime? Qui vicino ai massi sporgenti e neri il piede rompe una fragile crosta insudiciata: là la monotona eguaglianza è tolta da strisce che vi lasciarono le trosce d'acqua: là si avvalla ed è ondeggiata.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia di un'anima
di Ambrogio Bazzero
Fratelli Treves Milano
1885 pagine 355

   





Main Kemden Alpi