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      La nostra ragazza procede dritta, senza fallare, equilibrata, colla gerla sulle spalle, e ride alla nostra domanda: - Finisce o non finisce? - Chi s'arresta, sdrucciola: chi s'imbizzisce, falla: chi sdrucciola e chi falla arrischia di rifare il cammino in meno di dieci minuti fino al fondo. E su e su, ci arrampichiamo poggiando i piedi nell'orme profonde lasciate dalla guida: crepita la neve e s'ode il nostro anelito frequente. - Ohe, che gioco lungo! - dico io, e mi sento floscio ed annoiato.... Oh santa fiaschetta del rhum, ti benedico, ti voglio, ti bacio! A te devo il passo sicuro, l'occhio indagatore, il petto ristorato: pių la sorsata m'arde la gola, pių mi pare di divenire un piccolo re della natura. Bevi, bevi anche tu, bionda fanciulla: alla cima urleremo a squarciagola il grido selvaggio dei pastori.... Chi ha detto ch'io sono stanco? Ch'io casco sulla neve?... Vedremo i laghetti freddi e le vacche immote sulle rive a specchiarsi e le pecore lanose sdraiate sui pendii e i corti vitelli dalle gambe lunghe, che labbreggiano cercando le mamme, e le mandriane brune che addormono in grembo la testa del mandriano.... Udiste il nostro grido d'allegria?
      Č sera. Il cielo al suo cobalto mischia il nero: addensa la tinta: taciono i monti e si aggravano sulle valli: non stride un grillo, non geme un uccello, ma solo rombano i torrenti. Io guardo le cime e mi domando: - Se dovessi ancora salire lassų nel tenebrore? Una notte tra i faggi e le balze? Senza provvisioni? - e cammino tacitamente e spio il volto della ragazza, che di rubicondo e sanissimo, s'č fatto freddiccio e violaceo: fiori ed erbe e sassi e ruscelli sereneranno tranquilli: alle stelle mi sento quasi tentato di dire: - A che vi affollate in questa zona di cielo?


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Storia di un'anima
di Ambrogio Bazzero
Fratelli Treves Milano
1885 pagine 355