Si fu in quell'epoca che si incominciò il commercio delle lane colla Francia e principalmente con Lione, e ne venne il motto francese di Biella, perchè il comune di Lione accordò con diploma 23 gennaio 1558, il privilegio di cittadinanza ai Biellesi." (Guida per gite ed escursioni nel Biellese, edita e compilata per cura della Direzione del Club Alpino, sezione di Biella, 1873). Poi Biella ebbe ancora la peste, gli Spagnuoli e i Francesi, peggiori della peste, e di nuovo i Francesi.
Biella è una cittadina simpatica, che si presenta pulita, sanissima, affaccendata, percorsa da cento omnibus dalla stazione verso il santuario e verso Andorno. Nella via maestra vi sono dei portici sotto cui s'impaccia la gente ai giorni di mercati popolosi: tutto vi si trova, dalle usuali terraglie impastate colle argille di Ronco e Ternengo agli immensi tesori delle fabbriche grandiose. Nuove piazze, nuove vie, nuovi edifizi accennano ad intendimenti edilizi di buon gusto. De' monumenti conosco il Duomo, incominciato nel 1402 e finito nel 1825: vorrebbe esser gotico nell'insieme, ma stentato nell'ornamentazione, senza gusto, senza carattere, goffo e pretenzioso, coll'alto peristilio che mischia persino dei capitelli semi-egiziani agli archi acuti, alle colonne allampanate, al terrazzo sopracarico di tabernacoletti, di sfere, di piramidi, in tutto ha qualcosa del cartone dipinto a gesso e colla: nell'interno si può perdonare qualcosa, in vista d'una pittura del Lanino e d'un pulpito in legno scolpito.
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