Il Battistero è un tempietto ottagono, di mattoni grossi, incoronato da tanti arcucci venerandi, con una scoltura che porta effigiati due putti carnosi, bene atteggiati sullo sfondo di un colonnato a rigidi profili. Una porticina conduce a un sotterraneo, un'altra al piano terreno. Il pretino che ci accompagnò ci disse che giù c'erano due tombe di vescovi: dal mazzo di chiavi una sola scelse e ci aprì il battistero, nudo, gretto, squallido. De' Melii, delle lapidi romane e delle notizie che gli domandai intorno al Galliari, al Cogrosso, al Vacca, al Fea, al Gonin, il povero schiccheratore di fedi di nascite e di morti ne sapeva come le ragazze che, colla gabassa sulle spalle, comperano gli zoccoli. San Cassiano si presenta coll'alto peristilio sbiancato: è chiesa di fondazione antica, di cui le memorie rimontano al 1200. Ma, povera Arte! Ero insoddisfatto. Per conto mio, ho guardato e riguardato la porta e la porticina antica dell'albergo d'Europa, con alcuni dettagli di fascie robuste, tracce di finestroni, la scoltura dei due angioletti che si baciano, reggendo lo scudo col motto Ubi Pax ibi Deus, e i due stemmi che spiccano sul campo nero d'un riquadro. Il mio pretino, eruditissima guida, mi perdonerà se taccio del Seminario, del Palazzo vescovile, della Trinità, dell'Amministrazione dell'Ospizio d'Oropa, dell'Ospedale, del S. Paolo, del S. Filippo, ecc., mi saranno invece grati i lettori se dico loro che nella città vi sono 9 fabbriche di drapperia e filati, 12 depositi di lane e rappresentanze di case estere, 2 fabbriche di maglie, 8 di bordati, 5 di cappelli, 5 concerie, la grandiosa fonderia di ghisa degli Squindo e l'altra dei Girelli, la nota cartiera Amosso e la birreria di Menabrea.
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