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Vedi, amica cara, io non mi starei quieta finchè sul mio alpenstok avessi tutti questi nomi, che per te sembrano appena appena nero sul bianco, per me sono quel che sono!
Che vita si fa, e che società c'è? Qui la cura è quella dell'aria. Ci alziamo presto e apriamo la finestra, poi scendiamo giù nel piazzaletto avanti l'albergo. Chi s'aspetta? Di che si ciarla? Una compagnia è partita per una gita: vogliamo vederli al ritorno. Che fiori ci porteranno? Ci conserveranno una manciata di neve? ecco tutti i nostri pensieri. S'entra nella sala: chi suona il pianoforte, chi legge i libri inglesi, chi spoglia gli album dei passeggeri. A tratto, dèn dèn, s'ode la campanella. Arrivano degli alpinisti, colla sacca sulle spalle, il lungo bastone, il plaid, i calzaretti a stringhelle. Donde vengono? Dove vanno? Se potessimo seguirli su ai ghiacciai! Ecco i nostri pensieri. Esce loro incontro madama Delapierre a dire che le spiace molto, ma se vogliono alloggiare non ha più posto; però se s'accontentano alle dépendances.... Ride la ragazza che loro serve di guida Ed essi mostrano sul Rosa, qualche larga pezza di serico bianco. Dormire? Essi fanno la cura del moto. Buon viaggio! Lasciano sull'albo i loro nomi.
Sono da Milano? - Li conosci? - Sì, no.- Chi possono essere? - Io credo uno d'averlo visto a una festa in casa *** - Sì, sì, - Bel giovanotto! - Già. - Perchè già?. - Eh!... Si ride. E ridono le mamme. Intanto tornano i giovanotti, portando per regalo, quali il mignin, quali la concordia, quali la vaniglia e la viola dell'Alpi.
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Delapierre Rosa Milano Alpi
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