L'uggioso guaiolare di qualche cane, qualche lontanissimo muggito, il fragore basso dell'Agno: ecco i saluti di questo deserto che si addorme, che si sprofonda nell'oscuritą, che ha i fremiti degli abissi e i sussulti del vento.
*
* *
E si fa notte - la notte lieta dello stabilimento Giorgetti. Il mercante turco attraversa il piazzale con un paggio non maomettano che gli regge religiosamente il narguilč e s'abbatte coll'ambasciatore russo: una signorina francese che fuma la sigaretta getta uno sbuffo che va a sfioccarsi fra le tese di un tricorno da piovano bergamasco: un professore col cappello a tuba cede la destra ad un musseto che trotta colla sua greppia: due dame che combatterono per la toletta, si passano vicino e la gonna della trionfatrice fruscia ironicamente sulla coda della vinta: un giovanotto incendiato ed ardentissimo s'incontra col Pompiere del Fanfulla e, guardate combinazione! una signorina accetta il braccio e il bisbiglio di un signorino. Ma chi ve la dipinge tutta questa folla! Sul piazzale si addoppia la vita alle prime battute di una quadriglia. Il prezioso filo d'acqua del conte Lelio Piovene, lą sotto un portico del settecento, nella nicchia umida, ferrugginosa, magnesiaca, con un lumino scoppiettante a lato, sembra piangere di dover colare gił nelle bottigliette che si spediscono a Milano, a Venezia, a Verona, lui che la salute la vorrebbe regalare in luogo, accompagnato dall'allegria e dal corteo degli asinelli. Il ringhioso leone repubblicano, dagli archi bugnati, guarda gił, come un protettore, e se a vece del messale di San Marco, stringesse l'altro storico di Recoaro lo dovrebbe aunghiare un po' meno crudelmente, perchč ci sono pagine di color roseo e celeste.
| |
Agno Giorgetti Pompiere Fanfulla Lelio Piovene Milano Venezia Verona San Marco Recoaro
|