Per parlarvi dell'industria dei pannilani dovrei farvi un grosso libro di economia e di meccanica industriale: e in mezzo a quei mastri di Mercurio tra un fragore di Vulcano, coll'entusiasmo mezzo artistico, mezzo poetico, tutto italiano, di un giovane che si sente trascinato ad inneggiare alla strapotenza del progresso, come raccapezzare un'idea? I magazzini sembrano una doganadi città mercantile, le macchine a vapore con ritmo possente scuotono le gallerie, i telai danno una completa immagine della celerità, dell'ordine, della perfezione; gli operai hanno l'aria severa di chi sente la coscienza del primo dovere dell'uomo, il lavoro. Più di 500 persone, dice il signor Rossi, sono occupate, nelle due vallate del Leogra e dell'Astico, per l'arte della lana, e in massima parte dalla Società del Lanificio, fondata nel 1873, per iniziativa del senatore Alessandro Rossi, col capitale di 24 milioni di lire. Ed eccomi coi nomi del Tron e dei Rossi, a parlare della Schio nuova. Lo scopo del fondatore di questa città del progresso fu di rendere possibile all'artiere di diventare proprietario, a poco a poco, di una casa sana, comoda, libera, costruendogliela o cedendola al costo.
Così, 16 ettari di terreno sono per più di metà occupati da costruzioni, o isolate, o unite, od aggruppate, con orti, corti, giardini; e non c'è quella monotonia che incoglie nella città di Sir Titus Salt, Saltaire, dalle larghe strade, dalle piazze ornate di sontuosi edifici pel culto e per l'istruzione, dall'elegante parco.
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