.. È una preghiera... Sì, sì... Ed ecco qualche cosa che si fa spiare dall'occhio: un brulichio lungo, lentissimo, a pochi colori. È una processione. Sì, sì, una fila, due: c'è qualche lume abbacinato, qualche crocione d'oro, qualche cotta scialba di pievano, e qualche giubba verde di sindaco o qualche stendardo rosso...
Sono dugento povere donne montanare, bronzine, robuste, nei loro abiti scuri e colle scarpaccie di panno: sono altrettanti mariti e padri e fratelli e figli, abbruciati, tozzotti, colle tonache delle confraternite a zone rosse e gialle, a zone verdi e nere.
Sono alpigiani di un paesello della Val Vegezzo. Da quasi un mese si è inaridito il filo d'acqua vicino agli scheggioni delle loro capanne, e per sè e pei bimbi e per la mandra vengono giù ad implorare una Madonna del Gaudenzio. Non hanno più schiuma nei torrenti delle valli native, e per non cadere ancora sfiniti colle otri sulle spalle pei sentieri calcinati dal sole, arrivano colle gonne groppose e sudate e colle croci sulle spalle e le croci nel cuore, a strisciare contro le vostre sete profumate e i nostri paraseli di pizzo...
Oh che dite le mie signore, che sorridete, il dito mignolo in aria e l'anulare carico di gioie, frugando con una pagliuola nel fondo di una tazzona ghiacciata?
*
* *
Non son più solo.
Una signora si fa portare una seconda tazzona e fra un sorso e l'altro mi dice che alla Salute c'è la gentile nostra contessa Dal Verme, la bellissima Signora P. A., la augusta signora T. M., e ci fu là brillante nobilissima L. C., e in un crocchio a lodare il mio amico architetto Giachi per le sue opere edilizie intorno alle doccie, le signore M. C., F. A., E. B. L'egregio nostro barone Galbiati mi racconta che lo stabilimento è pieno zeppo e la vita che vi si conduce è molto quieta di giorno, la cura e i lamenti pel caldo.
| |
Val Vegezzo Madonna Gaudenzio Salute Dal Verme Signora P Giachi Galbiati
|