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      Non s'incontra dapprima anima nata, tranne quell'accattone. Le capanne sono celate dietro brune cataste di legna, o tra ammassi scaglionati di fascine; frequenti sono le boscaglie, lucidissimi gli stagni d'acqua, sempre gaio il fogliame vicino e aereo, soffice il lontano fuso coi monti, col cielo, con alcune cime nevicate... I punti più deserti sono per il pittore melanconico.
      Proseguendo verso Luino la valle piana sembra promettere gli agi; infatti sorgono le case e le casette, già imbiancate, già colle vernici. Un torrente scorre tra gli argini, e mansueto, serio, prelude alle ruote di ferro che muoverà: ecco degli stabilimenti a spesse finestre, col tubo, col brontolìo: ecco comparire dei pali, dei fili telegrafici su cui panni veder scorrere dispacci d'inglesi. Presento, vedo i cappelloni col velo bianco e le vesti affagottate, i lords e le miss: qualche venerando pesce grosso si purga i polmoni aspersi dalla natìa fuliggine coll'aria del lago... In quei luoghi dove stampano i talloni piatti i lords e le spesse orme le miss, potete esser certi che vedrete qualcosa: infatti viali larghi fiancheggiati da piante si curvano con dolcissimo meandro. Presentite la curva che li disegna? È il lago: il lago appare, s'apre, si sfonda... Luino alla foce del Margorobbia e del Tresa contempla il bacino, Monti ed acqua!
      Scendiamo di carrozza. Non c'è più all'orecchio il rotolare monotono dei cerchioni di ferro e i sobbalzi delle molle sconnesse: c'è un fruscio come di raso spazzolato, l'onda che bagna la ghiaia, la ghiaia che sorbe l'onda: nell'intermittenze come dei sospiri gravi.


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Storia di un'anima
di Ambrogio Bazzero
Fratelli Treves Milano
1885 pagine 355

   





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