E c'erano, c'erano... Ma il Beda mi aveva soddisfatto. Che più? Avevo concesso sfogo ad uno, a due, a tre, a quattro sbadigli, avevo alzato una spalla più dell'altra per sentire accidiosamente il collo sepolto nel bavero, m'ero avvicinato al tavolino, allontanando con prudenza un mozzicone acuto di penna d'oca; e, trascinandomi dietro un seggiolotto, non avevo più sentito la mia zucca che si perdeva nel sonno....
O santi Magi adorati nella mia infanzia! Per la sera dell'Epifania io vi sognavo, esploratori affaticatissimi, che passavate colle barozze dei regali, coi mille moretti, coi settemila cavalli,(20) passavate innanzi al fesso di tutte le imposte da cui vi spiavano i bimbi devoti! Avevate le barbaccie bianche, i pallii di porpora e d'armellino, e l'incesso profetico dei re. V'era apparso su tra i rami delle immense palme il lumicino fumicoso della cometa che guida a Betlemme? Udivate sotto le gronde col miagolìo dei mici anche i nostri sospiri religiosi?
O pallidi miti evocati nelle fredde ore dello studio! Per l'alba dei morti io vi ho sognato, placidi dormenti, forse ridotti ad una sola mascella sdentata, a quattro sfilaccie d'oro di tutta la veste episcopale d'onde vi ammantava il Barbarossa,(21) a un solo mucchietto di polvere immota! Come vi riposavate sotto i fanatici fiori di marmo e le pitture oltremarine(22) della gotica cattedrale di Colonia? E sotto la monastica nudità del macigno e del mattone lombardo(23) del nostro Santo Eustorgio? E tra i musaici d'oro delle cupole bizantine(24) di santa Sofia Costantinopolitana?
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