O amici, amicissimi di tutti i bimbi morti nati, e nascituri! Se vi vedo proprio! se vi voglio vedere!
E camminate, e camminate.... Eccovi! eccovi!... Come siete belli! Come siete grandi! come siete dolci! Gathaspar! Melchior! Bitisarch!(25) O se volete meglio, Magalath! Pangalath! Saracen!(26) O se volete meglio ancora, Appellius! Amerius! Damascus!(27)
Voi! voi! voi! Chi dice che siete venuti per visitare le vostre tombe favoleggiate?
La stella vi accenna la culla di Betlemme!
Un'arca acuta(28) giace sontuoso guadagno di uno scaccino e gloria scetticamente ufficiale di una cittā ghiacciata; un cenotafio romano(29) č chiuso col vuoto eterno al tardo garrito degli antiquari canonici derubati delle vostre ossa, e non del beneficio: e l'altra tomba.... Dove tripudia di lascivia il Mussulmano vi fu la vostra tomba? Chi ricorda la vecchia regina Elena?(30)
E la culla invece l'abbiamo in tutte le nostre case, dove un grembo di donna accoglie un bambino o il desiderio di un bambino.
Betlemme ha irradiato il mondo!
Voi! voi! voi! Chi dice che siete venuti per la vostra gloria da calendario? La stella vi accenna le nostre gioie!
Voi, ignorantissimi figli dell'Asia, che ascoltavate solo i fatidici echi di Zoroastro(31) e leggevate solo nel cielo veggente dei deserti, voi irridete le laudi gotiche del canto e del marmo alemanno! Voi, alte ed ispirate vedette, sul monte della Vittoria a spiare la luce immortale della stella Nazzarena(32) non vi ingloriate dei grossi ceri che vi smoccolano putolentemente i merciai delle confraternite spagnolesche!
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