... Vi ricordate tutto? Vi ricordate il dono che avete fatto a un povero poeta? Vi ricordate come la vostra mano, sguantata, fosse pił flessuosa e confidente e olezzante di muschio?
Siete tornata a casa stamattina alle sette, in una carrozza coi vetri appannati, con una pelliccia di tigre, sui coltroncini imbottiti, con una amica che ciarlava e col marito che taceva: avete fatto una dormitona fino a mezzogiorno, sognando baffi neri e baffi biondi: avete sonnecchiato sino alle due, decisa pei baffi neri: e sino alle quattro, convinta invece pei biondi: e covate sotto, obliqua, come una liopardessa, aspettando caldamente che i botoletti di scuderia abbaino dietro agli staffieri che faranno dondolare sulle dodici molle, trascinandolo fuori dalla rimessa, il gran cocchione pel corso di gala.
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Gli ubbriachi erano stramazzati per la ventesima volta: e le mascherine si erano messe strillare, dileguandosi agli angoli delle vie.
Quaresima! quaresima! - sembrava intonasse il primo campanone del Duomo al di sopra del colpevole silenzio dell'alba; e la sua voce pareva il rimbrotto cadenzato di un nonno certosino che sta allineando una processione che si sbranca e non vuol andare verso le tombe: e le campanelle pettegole di cento campanili sopra i solai deserti si sbatacchiavano ossesse colle ciarle dottoresche delle matrine incuffiate che tormentano i bimbi per l'esame di coscienza.
O santo, o santone, che ci hai a dire col tuo fatidico tuono di bronzo?
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Duomo
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