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      Don Annibale, uomo di fresca età, dotato di vivace ingegno e di molta coltura, amantissimo di tutto ciò che sentiva lo straordinario, era stato l'uno de' più ardenti partigiani della navigazione a vapore; armato dei mille argomenti che ne provano l'utilità e il diletto, qualificava col titolo di spiriti vandalici e medioevisti tutti quelli che tenevano ragionamenti contrarii a' suoi. Appena ebbe intese le parole del Marchesino, fissando il Conte con due occhi spalancati: "Sareste mai, disse con veemenza, uno di que' deboli o piuttosto pregiudicati cervelli che disprezzano ciò che non conoscono, e volendo in ogni modo vedere deturpata ed avvilita una scoperta maravigliosa, divina, vi appicchiano le idee di pericolo, di paura, di danni immaginarii? Vi hanno delle menti dure, storte, cattive che odiano tutto ciò che non è conforme ai loro torvi pensieri, alle loro stupide abitudini. Voi non potete essere tra quelle, nè vi lascerete sedurre da uomini che vorrebbero inaridir l'universo onde spargere più diffusamente il loro fiele, e gridano lo spavento da per tutto. È certo che un disordine, uno sgraziato accidente può dovunque aver luogo: come ruinano le case, si spezzano i cocchi, naufragano le navi, così pure una barca a vapore può incendiarsi o perire: ma fa d'uopo aver calcolo dei diversi metodi tenuti nelle fabbricazioni, della negligenza o imperizia de' regolatori del macchinismo, e d'un complicato nodo di circostanze, impossibile a verificarsi sotto gli occhi della prudenza e preveggenza massima con cui sono guidati questi battelli dei nostri laghi.


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Falco della rupe o la guerra di musso
di Giambattista Bazzoni
Ant. Fort. Stella e figli
1829 pagine 359

   





Annibale Marchesino Conte