- - Ohimè! ohimè! esclamò egli cogli occhi stravolti: quel maledetto battello a vapore... quella fornace, oh! che incendio!.. puh! che spavento! Per fortuna che è stato un sogno... Ma il capo mi gira ancora, e sento un peso gravissimo allo stomaco".
Niente, caro Conte, gli disse il Marchesino, sono le quattro o sei dozzine di quei pesciuolini che v'avete trangugiati; prendete un caffè, ed andate a letto che tutto passerà in poco d'ora
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Così fece di fatto, conducendosi accompagnato dalla Contessina nella stanza da letto. Il Marchesino e don Annibale, dopo aver conversato più a lungo, salirono essi pure nelle camere rispettivamente assegnate a riposo.
Il primo segnale di partenza dato il mattino dalla campana della barca a vapore trovò la nostra comitiva già allestita pel viaggio nella sala dell'albergo. La Contessina era involta nel suo mantello di finissimo circasse foderato di felpa: il Marchesino portava un tabarro verdognolo alla cocher di stoffa scozzese ed un berretto all'inglese tessuto di neri crini di cavallo. Il Conte ancor sonnacchioso, ed a cui il freschetto mattutino recava più molesta sensazione d'ogni altro, stava imbacuccato in un sourtout di peluzzo color d'orecchio d'orso, e riceveva, senza rispondervi, i complimenti di don Annibale, che seco loro discese sino al lago, ove porgendo braccio alla Contessina ad entrare nel battelletto che li dovea trasportare alla barca a vapore, le rammentò i libri a lei consegnati, e salutò tutti affettuosamente a due mani quando quel battelletto s'allontanò dalla riva.
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