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      Stavano da qualche tempo intente a tal lavoro, che di tratto in tratto veniva interrotto da soffi di vento, che agitando e sollevando quella tela le costringeva ad adoperarsi a raccogliersela d'intorno, quando Rina impazientata da tali ripetuti disturbi alzò gli occhi a mirare d'onde venisse quel ventilare importuno, e vide stare sulle montagne di contro un nereggiante nugolone i cui contorni irradiati dal sole, il facevano rassembrare ad un ampio oscuro drappo frangiato in oro steso sall'azzurro del cielo.
      Guardate, o madre, disse a tal vista quella fanciulla, qual cappuccione s'è messo la montagna d'Argegno: se il sole giunge là dietro verrà sera prima del tempo; è da colà che viene il vento che mi distoglie la tela dall'ago
      .
      Ciò poco monta, rispose Orsola girando gli occhi a spiar l'orizzonte; quel che mi duole si è che veggo prepararsi un temporale cattivo pel lago: sai che da tre notti Falco non ritorna; potrebbe forse giungere in questa se vento contrario nol rattiene a Corenno od a Musso. Questa mattina presso al ponte del torrente m'incontrai nella vecchia Imazza, la comare di Palanzo, madre di Grampo, che partì con Falco; essa recavasi a Lezzeno per sue faccende, ed era sì stravolta in viso, che mi levò la voglia di trattenerla onde chiederle i pronostici del tempo
      .
      O la comare Imazza, disse Rina, v'avrebbe ben predetto il vero. Mi ha detto la figlia d'un pastore che quand'essa va su al Tivano, entra in una grotta, dove le apparisce uno spirito col quale ha fatto il patto di viver più vecchia d'un corvo e sapere tutto ciò che ha da succedere.


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Falco della rupe o la guerra di musso
di Giambattista Bazzoni
Ant. Fort. Stella e figli
1829 pagine 359

   





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