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      Ma odi come la tempesta va continuando furiosa e fa traballare il nostro tetto. Che la santa Vergine di Nobiallo abbia pietà di noi! preghiamola di cuore, ed abbruciamo la grandine sulla fiamma benedetta onde le potenze dell'inferno non ci possano offendere". Così dicendo s'era accostata al focolare che stava nel mezzo di quella stanza, e levatone dalle ceneri un tizzone ardente destovvi col soffio la fiamma, con cui accese una lucernetta di ferro e con questa recossi nella seconda camera terrena di che constava quel casolare: colà staccò alcuni ramoscelli di lauro e d'ulivo che stavano appesi al capezzale del suo letto, e li riportò nella prima. Rina aveva frattanto, schiudendo la porta, raccolta una manata di grandine; Orsola ne trascelse i tre grani più grossi, ed ammucchiando sul pavimento presso la porta stessa i ramoscelli quivi recati, vi sovrappose i tre grani, indi vi diede fuoco. Mentre i rami crepitavano accendendosi spandendo gran fumo, a cagione della grandine che si liquefaceva, s'inginocchiarono ambedue d'intorno e si diedero a recitare fervorose preci, le quali nella mente di Orsola in ispecial modo erano dirette ad invocare salvezza e ritorno del marito, danno e rovina ai soldati nemici, e nel tempo stesso la propria sicurezza, alla quale però s'avea gran fiducia cooperasse potentemente il denso fumo che dal lauro e dall'ulivo che ardevano s'andava spandendo.
      Al terminare della loro preghiera, quando i ramoscelli furono consunti, il rumore del tuono erasi dileguato, cessato il grandinare, e tornato calmo il soffiar del vento.


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Falco della rupe o la guerra di musso
di Giambattista Bazzoni
Ant. Fort. Stella e figli
1829 pagine 359

   





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