Di fianco al letto stava assisa una vecchia donna, tenendosi a due mani appoggiata ad un bastone, cogli occhi fissi immobilmente su quel sangue: i denti di lei battevano di tratto in tratto tra loro, e le membra tremavano per convulsivo movimento: era Imazza sua madre.
Entrato Falco là dentro seguito da Frate Andrea e da Trincone, accostatosi lentamente al letto, vi si rattenne; posò a terra il moschetto, e sovrapponendo all'estremità della canna ambedue le mani, su quelle appoggiando il mento, rimase taciturno a contemplare d'uno sguardo, fatto per tristezza fosco e socchiuso, la salma d'un compagno d'armi, poche ore dianzi sì vigoroso per gioventù e salute, già fatto immoto insensibile.
A piè del capezzale inginocchiossi Frate Andrea, il quale, alzata colla destra la croce che andava unita al rosario che gli pendeva dalla cintura, intuonò le litanie ed altre preci pei defunti, cui rispondeva Trincone, postosi parimenti co' ginocchii a terra: rilevatosi il Frate, appressossi ad Imazza, che non aveva mai tolti gli occhi dal volto del proprio figlio, nè sembrava per anco essersi accorta della presenza di quegli estrani, e come era suo ufficio e costume in simiglianti circostanze per alleviarne il dolore, e distorla da quell'intenso pensiero, cominciò con voce lenta e pietosa a così dirle: "Il Signore non volle concedere che io giungessi a tempo di confortarlo colle sante parole della Chiesa, o di lavargli la ferita coll'acqua mirabile che recai meco a quest'uopo; ma non paventate per questo, o madre, anzi abbiate viva speranza che egli sarà stato accolto nella schiera degli eletti, e l'interno pentimento delle proprie colpe gli avrà fatta vincere la guerra col nemico infernale che sta preparato a tutti assalirci negli estremi momenti: fors'egli a quest'ora prega per voi e per noi tutti; ed attende tra l'anime purganti che colle nostre orazioni lo liberiamo dalle fiamme.
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