Sull'entrata della sala ove Gian Giacomo dava udienza a' suoi vassalli, vedevansi due sergenti d'armi, armati di corazza e di picca, che rattenevano l'affluente moltitudine. Allorquando giunse colà il valletto venuto messaggiero da Corenno, era stato agli aspettanti dato avviso che alcun più non s'avanzasse sinchè non ne ricevessero nuovo ordine. Molti a tal cenno partirono, e gli altri, fatti dall'impazienza e dalla curiosità fra loro amici, si riunirono in piccioli crocchii ragionando e fantasticando in cento guise.
State a vedere (diceva un mercante di drappi Bergamasco venuto a chiedere la diminuzione delle gabelle imposte sulla propria merce, trattosi nel vano d'una finestra accanto ad un curiale, ad un frate e ad uno schioppettiero Mussiano), state a vedere che i fabbricanti di Chiavenna mandano ad offrire una gran somma al signor Medici onde faccia chiudere il passo ai panni delle nostre gualchiere: cercano ogni mezzo per ruinarci, se non basta la guerra a trarci in miseria; le pescano tutte per farci del male: ormai un povero mercante non sa più come tenersi in piedi
.
No, no, no, rispondeva gravemente il Frate, quel corriere mostrava in volto troppo turbamento, per essere un messo di buon augurio; io lo direi portatore dell'annunzio di qualche sconfitta data dai Ducali agli uomini di Monguzzo o di Lecco
.
Se ciò fosse, pronunciava il Curiale alzando la destra in aria di disputa, son di parere che sarebbesi ricevuto previamente l'avviso della battaglia, o per lo meno da quelli che vennero questa mane da que' paesi se ne avrebbero avute notizie; ma ciò non avvenne, dunque (e fece un inchino) nego suppositum, illustrissimi domini
| |
Gian Giacomo Corenno Bergamasco Mussiano Chiavenna Medici Frate Ducali Monguzzo Lecco Curiale
|