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      E fu così, perchè, sebbene entrassevi quattamente, appena l'ebbero veduto: "Guarda, Coppo, gridò l'un dessi con cipiglio beffardo, hai tu mai veduto una gazza col groppione tinto nel zafferano? Mirala! essa ha passato il lago per cantare il mal augurio nel Castello, ma le fallì la voce, e vorrebbe andarsene terra terra per non aversi spennacchiata la coda". "Alto là, bel ragazzo (disse Coppo il Bombardiere, uomo lungo e magro, che indossava una sdruscita casacca color di piombo, e stavasi appoggiato alla porta d'uscita, di cui impedì il passaggio ad Arighetto portando le braccia ai due grossi massi che ne formavano gli stipiti), fermati un poco in questa stanza: siamo buoni compagnoni, e tu non devi aver paura di noi: spiegaci un po' la cagione perchè mai voi altri del di là del lago le bevete tanto grosse, e come poi vi prenda fantasia di venire a venderle a noi, benchè le diate più a buon mercato che un pezzo di miccia bagnata: m'immagino che qualche giorno ci verrete a raccontare che il colle d'Olciasca va la notte in giro per il lago come un barcone carico di legna!"
      I soldati che avevano formato un circolo intorno ad Arighetto, diedero a tali parole in scoppii di risa, e questo silenzioso, cogli occhi bassi come un pulcino caduto in mezzo ad una truppa di galli, stette colà prendendosi, senza far motto, tutte le beffe di che il venivano tempestando, sin che ritrattosi Coppo dall'uscio, se ne andò rapidamente, quasi non vedendo la scala, e riuscito al porto, entrò in sua barca, e partissi con maggior fretta assai che non fosse venuto.


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Falco della rupe o la guerra di musso
di Giambattista Bazzoni
Ant. Fort. Stella e figli
1829 pagine 359

   





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