Così fu fatto. In un momento venne sgombrato il baluardo, spente le fiaccole, mandato ordine alle Rocche ed al Porto, ove quel rumore nato nel Forte aveva eccitato un generale movimento, che tutti si rimanessero ai loro posti in quiete, ed ogni cosa venne racquetata come era da prima.
Gian Giacomo, al battere de' tamburi sorto dalle coltri, s'era armato prontamente, e saputo da' suoi sergenti essere causa di quella chiamata all'armi alcune grida uditesi alle mura, accorreva quivi anch'esso unitamente ad Agosto suo fratello, a Volfango, al Borserio, al Mandello venuti tostamente intorno a lui; ma giunto appena a metà del cortile, s'incontrò nel Pellicione, in Gabriele e ne' soldati che discendevano recando due uomini a spalla, e tenendone strettamente afferrato un altro di feroce cipiglio, e coi panni lacerati e sanguinosi. Subito che ebbe udito in brevi parole l'accaduto, fu preso tosto da forte sospetto che quello fosse stato l'esito d'una trama de' suoi nemici, e divenne cupido oltre modo di scoprire in ogni parte l'arcano per trarne alta vendetta. S'avviò quindi alla sala della Quistione ove entrarono i principali Capitani, Gabriele e Maestro Lucio, essendone rimandati i soldati con ordine di tenere secreto quel fatto e vigilare attentamente alle scolte.
Pria che s'incominciasse il giudizio, vennero quivi sej robusti sgherri, sbracciati e pronti ad eseguire ad ogni cenno quegli atti atroci che costituivano parte integrante della penale giustizia di que' tempi, non solo ne' castelli de' feudatarii e de' piccioli Signori, o piuttosto tiranni di terre e paesi, ma eziandio nelle città più vaste dei reami e degli imperii.
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