S'aveva allora Como per governatore il cavaliere spagnuolo Dom Lorenzo Mugnez Pedraria, successo in tal carica a Federico Bosso, e nominatovi dal duca Francesco Sforza per consiglio, o, diremo meglio, per espresso comando di Antonio De Leyva, che, come s'intese, era Generale supremo delle forze di Carlo V in Lombardia. Importava assaissimo a questi che la città di Como, considerata per una delle piazze più forti, e che aveva avuta decisa influenza nelle ultime contese tra il Ducato e l'Impero, si trovasse nelle mani d'un suddito dell'Imperatore per farla affievolire e decadere, poichè di tal modo qualunque avvenimento nascere potesse per l'avvenire, era pur sempre una città che avrebbe opposto minore ostacolo ad essere conquistata e sottomessa, e un gran punto d'appoggio per le consecutive militari operazioni. La scelta fatta dal De Leyva della persona del Governatore serviva mirabilmente al suo scopo, imperciocchè in tutti i vasti possedimenti del Monarca Spagnuolo al di qua e al di là del mare non eravi vassallo la cui fedeltà si potesse asserire più intera e incorrompibile di quella di Dom Lorenzo Mugnez Pedraria.
Era questi uno di quegli uomini che si potrebbero dire nati colla scala delle dignità e delle gradazioni sociali stampata nel cerebro, per i quali diventa natura il sottomettersi ciecamente ai voleri delle autorità superiori e l'esigere d'essere nell'egual modo dagli inferiori ubbediti: era desso in somma l'uno di que' tali che por ordinacion de su Magestad sarebbe saltato a piè pari in una voragine o in un forno, ma v'avrebbe fatto saltare altresì il più prossimo parente od amico se così gli fosse stato imposto.
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