Poichč tutta l'armata si fu congiunta in Como, raccoltisi i Commissarii nel palazzo del Governatore, chiamarono quivi a conferenza il Gonzaga e gli altri principali Capitani per deliberare in pieno consiglio del modo da tenersi nella distribuzione di quell'esercito, onde far seguire un assalto generale contro le forze del Medici, perchč si voleva annichilirlo, o sloggiarlo per lo meno da tutti i luoghi che possedeva. In quell'unione d'uomini periti nell'arte della guerra per essere tutti o condottieri d'armati o sovrintendenti agli eserciti, molti e discordi essere dovevano i pareri in quella bisogna. Varii infatti furono i progetti ed i piani di battaglia che vennero quivi proposti e discussi talora con moderate, ma pił spesso con caldissime parole. Coloro che non s'erano trovati mai a giornata campale contro Gian Giacomo, siccome il Commissario spagnuolo e molti de' Capitani di recente venuti in queste terre d'Italia, opinavano che vincere e disperdere quel branco di banditi, di cui esso era capo, fosse facile e certa impresa per tanti e sģ agguerriti armigeri, quanti erano quelli che si stavano in allora colą disposti ad assalirli: essere quindi inutile macchinare a lungo intorno il piano di guerra: non doversi che cercare il nemico e combatterlo. Alessandro Gonzaga all'incontro, e molti altri Comandanti di squadre che avevano pił volte battagliato contro il Castellano, e ne conoscevano la potenza, non cessavano dal far presente che desso era tal uomo da dare una rigorosa lezione a qualunque esercito s'azzardasse venire seco lui a zuffa disordinatamente e senza un ponderato e perfetto accordo d'operazioni, ed in ispecial modo allora che trovavasi favorito dal luogo e gią in possesso delle pił vantaggiose posizioni.
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