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      Così avviene talora ad un timido cittadino, che posando per avventura in albergo da villaggio ode raschiare alla mal ferma porticella della stanza assegnatagli, ed ei s'affretta ad aprire credendo sia un figliuoletto dell'oste o il domestico gatto aspettatore dei minuzzoli della cena, ma vede all'incontro affacciarglisi un gran mastino con occhi rossi, con collare a punte di ferro che entra snodando la lunga coda leonina.
      Ma che! disse Gabriele, voi v'intimorite? non conoscete dunque Falco, il nostro amico, il nostro liberatore?
      Sì, son io, signor Cancelliere, che vengo pel desiderio di dargli un saluto in memoria di quella notte passata nel mio abituro, e vederlo anco una volta prima di domani, in cui tante conoscenze verranno troncate
      . "Ah! siete voi quel... quel brav'uomo di Nesso, vi ringrazio, vi ringrazio: entrate pure, sedetevi là: perdonatemi se non v'ho ravvisato alla prima, è colpa del lume che suole alterare le fisonomie". Entrarono Falco e Gabriele, e messere Tanaglia, serrata di nuovo diligentemente la porta, posò la lucerna sullo sporto d'un leggío che sosteneva un gran libro in pergamena tutto dipinto a stemmi e simboli araldici, indi si assise nel seggiolone che vi stava dappresso, fattisi sedere a rincontro i due venuti a visitarlo.
      Lo scarmo viso fatto più pallido dal poc'anzi concepito spavento, la barbetta ed i capegli incolti, una zimaraccia nera che, sdruscita e rattoppata in più luoghi, sembrava scritta d'arabiche cifre, davano a Maestro Lucio il vero aspetto d'un negromante, e pareva che non gli mancasse che la magica bacchetta con cui toccando quel gran libro che gli stava allato far nascere incanti e prodigii.


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Falco della rupe o la guerra di musso
di Giambattista Bazzoni
Ant. Fort. Stella e figli
1829 pagine 359

   





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