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      Così desidero appunto che avvenga, rispose il Cancelliere, perchè in tal modo non ci occorrerà più di far mettere a pericolo la vita dei nostri amici, o Falco, per venire a trarci dalle unghie di quei birbi che ci avevano proprio aggrappati come leprotti da mettere allo spiedo. Mi ricordo ve' di quella notte così fatta. Che burrasca! e quel dirupo per cui mi faceste salire? Oh! se non era la vostra brava figliuola a farmi un po' di lume, per me era spedita: ma, a proposito, come sta quella bella fanciulla? e sua madre è ella ancora sì spedita e rubiconda?
      Una scintilla che tocca ed incende non produce sì grande e rapido effetto, come tale inchiesta al cuore di Gabriele: un indomabile commovimento lo scosse, sudò tutto e si coprì di rossore, poichè sembravagli che il Cancelliere gli avesse letto nell'anima, giacchè aveva pronunciate le parole che egli ardeva di proferire e che pure non aveva osato mai di fare. Cogli sguardi scintillanti di desiderio, le labbra semichiuse per l'intensa attenzione, raccolse la risposta troppo breve di Falco che disse: "Lasciai Rina e sua madre oggi a mattino sane e vigorose, e tali spero ritrovarle al mio ritorno alla rupe".
      A queste succinte parole, ma che pure contenevano il nome di lei pronunciato dal padre, parve a Gabriele rivederla, accostarlesi, e sentì un prezioso soddisfacimento al cuore, per cui rimase assorto nelle più care e deliziose idee. Falco si restò muto anch'egli e pensoso, ma per assai differente cagione, e volendosi distrarre dalle angosciose riflessioni che lo assalirono, s'alzò per chiedere commiato al Cancelliere.


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Falco della rupe o la guerra di musso
di Giambattista Bazzoni
Ant. Fort. Stella e figli
1829 pagine 359

   





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