Uscirono immediatamente queste tre barche di schiera, e inoltratesi a mezza gittata di cannone dal nemico, il comandante la borbota fece appuntare una bombarda, e ne spiccò il colpo. Un globo di fumo si sollevò, ed avvolse tosto quella barca, sperdendosi in forma d'una colonna biancastra. Il trambusto che si vide tra gli uomini d'una nave dell'ala destra ducale indicò che la palla aveva dato in quella; infatti essa stessa girò di fianco e ripostò due colpi; la borbota e le piatte replicarono subitamente. Gian Giacomo comandò s'avanzassero due altre borbote con quattro piatte: progredirono queste pure, e, unitesi alle altre, trassero di bombarda all'inimico. Con meraviglia però de' Mussiani, e non senza sospetto nel Medici di qualche stratagemma, che ne addoppiò la vigilanza, i Ducali ripostavano radamente e sempre dalla loro ala destra, la cui estremità toccava al piede del colle di Bellaggio. Le nove barche mandate innanzi da Gian Giacomo inclinarono inavvedutamente da quel lato che unico rispondeva al loro fuoco, e diedero così nell'agguato, poichè quando furono pervenute a buon tiro sotto il colle, smascheratasi su di esso una batteria piantata la notte dagli Spagnuoli, le colse fulminando sì in pieno, che tre piatte e una borbota sfracellate affondarono ad un punto solo, e le altre, eccetto sol una che rimasa incolume rapida retrocesse, guaste e spezzate, bersagliate di nuovo dalle batterie del colle e delle navi, non potendo nè governarsi nè reggersi, andarono a perdersi tra la flotta nemica.
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