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      Fremettero a tal vista i Mussiani, ardendo di vendicare que' loro compagni; ma il Medici non sgomentossi punto, che lieve stimò la perdita di quelle barche minori a fronte del grave periglio in cui sarebbe incorsa tutta la sua flotta s'egli l'avesse fatta accostare a quel colle, ciò che poteva facilmente avvenire, giacchè avendo desso avuta cognizione che il piano dei nemici si era d'assalirlo più prossimamente al Castello che fosse loro possibile, non aveva nè saputo nè calcolato che il promontorio bellaggiano verrebbe da artiglierie munito.
      Senza frapporre indugio fece dare i segnali all'antiguardo onde uscisse ad attaccare l'ala sinistra ducale, ed a tutta la linea, onde s'obbliquasse accennando verso l'ala medesima per costringere in tal modo l'inimico ad allontanarsi colla sua ala destra dalle difese del colle. Le navi il Busto di ferro, la Salvatrice e l'Indomabile, seguite dalle scorribiesse e dai battelli di guastatori ed incendiarii, che costituivano l'antiguardo, s'avanzarono a grandi spinte contro il nemico, traendo unitamente con tutte le artiglierie.
      Il Gonzaga credette da principio poter respingere l'antiguardo, rimanendo nella sua primiera posizione, perchè essendo superiore in numero di grosse navi, pensava potersi ciò eseguire senza scorciare di molto la propria linea. Ma tale suo divisamento non ebbe effetto, perchè quelle navi scagliavano con tanta furia e prontezza, che le ducali non valevano a rigettarle: onde il loro ammiraglio si vide sforzato ad ordinare il movimento progressivo di tutti i suoi legni anche dell'ala destra, abbandonando così la prossimità del colle, e facendo diventare universale quel combattimento.


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Falco della rupe o la guerra di musso
di Giambattista Bazzoni
Ant. Fort. Stella e figli
1829 pagine 359

   





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