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      L'ardore della battaglia che era sminuito al momento dell'orrendo spettacolo dello incenerirsi delle navi comasche, rinvigorì più calorosamente.
      La Salvatrice, comandata da Falco, presa di mezzo da due navi nemiche, fulminava da poggia e da orza con una furia indicibile. Gli uomini d'armi che erano al suo bordo, traevano degli archibugi con celerità e destrezza somma, non però in sì perfetta guisa da stare a fronte ai sei pirati ed al battagliero montanaro di Nesso loro capo, poichè a ciascuna delle vicine scariche dei loro moschetti sette nemici immancabilmente cadevano.
      Gabriele colla sua Indomabile, dopo avere fatti prodigi di valore a fianco alla Salvatrice, ne era stato disgiunto dall'impeto di una nave nemica, che spintolo al largo il tempestava aspramente, uccidendo e ferendo alquanti de' suoi; egli non ripostò sulle prime che con fuoco minuto, ordinando si ponessero forzate cariche in tutte le bombarde, di cui fece inclinare alcun poco le bocche. Quando fu ciò eseguito, appressatosi quasi bordo a bordo alla nave ducale, comandò si traesse pria da un fianco e poscia, girata la nave, dall'altro. Diè l'Indomabile due sì perigliosi trabalzi a quei tremendi simultanei colpi, che se non fosse stata con fina arte costrutta, sarebbonsi al certo le sue travi sconnesse: il legno nemico, colto sì prossimamente da grosse palle nelle sue opere vive, squarciandosi a fior d'acqua aprì l'adito in cento parti alle agitate onde d'entrarvi, dal cui peso investito cominciò tostamente inclinando a calare.


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Falco della rupe o la guerra di musso
di Giambattista Bazzoni
Ant. Fort. Stella e figli
1829 pagine 359

   





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