Nel momento però che sembrava più disperata la salvezza di quell'ardimentoso giovine, un grido d'accorrenti al soccorso ridestò il suo quasi spento coraggio. Era la Salvatrice che quivi giungeva: un grand'urto scosse la sanguinosa nave ammiraglia, e tutti gli uomini di quella balzarono in essa, assalendo con furioso impeto i già stanchi Ducali.
Avanti, avanti; vendetta dei nostri: morte ai nemici, si salvi Gabriele
. Così gridò Falco con voce tuonante, scagliandosi al di là del grand'albero al luogo ove pugnava Gabriele, trafiggendo uno dei di lui assalitori col pugnale, atterrandone un altro con un colpo del calcio ferrato del suo moschetto: i quattro superstiti compagni di Falco, seguendolo d'appresso, scagliaronsi sugli altri combattenti e li atterrarono, nel momento istesso che Gabriele, fuori di lena, assalito da subitaneo torpore, colla vista oscurata e vacillante, andò a cadere quasi tramortito nelle braccia di Falco. Questi, gettati tosto al suolo il pugnale e il moschetto, lo raccolse e premurosamente il sostenne, affannato e in ispavento che quel valoroso giovine, per cui gli era nato in cuore un amore quasi paterno, perisse già vittima del ferro nemico: gli slacciò l'elmetto, glielo levò di fronte, e gli ritrasse dal viso e dagli occhi gl'intricati cappelli, che molli di sangue e di sudore gli si erano diffusi per la faccia. Pressochè mortale era il pallore ed il gelo delle membra di Gabriele; ma siccome non aveva riportata alcuna grave ferita, e quel tramortimento non era effetto che di estrema spossatezza, dopo un istante di riposo si riebbe, e tornato ai sensi guardò Falco con occhio in cui tra la più viva riconoscenza appariva un lampo inesprimibile d'affetto.
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