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      Meno subitanea per vero nacque la gioia nel seno della bella giovinetta montanina. La novità del luogo, la varietà delle cose, la quantità delle persone quivi raccolte recarono sulle prime somma confusione e divagamento nello spirito di lei, che abituata alla solitaria quiete della sua capanna e de' suoi monti, vedevasi per la prima volta in simile rumorosa adunata. Lo splendore, la ricchezza delle armi e dell'abito del giovine Medici, che tanto lo illeggiadrivano e ne rendevano più nobile e interessante l'aspetto, avevano in essa fatta più eminente l'idea dell'alto suo grado, e resa quindi maggiore una certa impressione non mai cancellata in suo cuore, di vergogna, di soggezione portata quasi sino alla temenza per l'affetto profondo per lui concepito e per le illusioni a cui per esso s'era abbandonata, la qual cosa unita allo sbalordimento cagionatole dal tumulto che la circondava, le teneva l'anima oltremodo angustiata e sospesa. Allorquando però fu principiata la mimica rappresentazione e tutti gli occhi degli spettatori, compresivi quelli di Falco e della propria madre, furono rivolti attentamente agli attori che comparvero nello steccato, Rina s'avvedendo che quei soli di Gabriele stavano fisi immobilmente sovra di lei, provò un sensibile alleggerimento al cuore e non seppe resistere ai desiderio di girare lentamente il capo e sollevare, sebbene con assai di timidezza e trepidazione, su di lui le pupille. Alla vista del fuoco, dell'espansione, della vita di che mirò animati gli occhi ed i lineamenti tutti di quel caro viso, si sciolse ad un tratto, come neve al sole, ogni titubanza e turbamento che le serrava il petto, e rimirandolo una seconda volta meno pavidamente, sentì scorrere più libero per le vene il sangue acceso da quella fiamma che secreta ardeva in lei con tanta forza.


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Falco della rupe o la guerra di musso
di Giambattista Bazzoni
Ant. Fort. Stella e figli
1829 pagine 359

   





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