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      Orsola godeva alla contentezza che leggeva in volto al marito, e frammetteva spesso qualche suo motto alle semplici parole che Rina e Gabriele andavano tramutando, e di cui essi soli però sentivano la vera espressione ed il valore.
      I raggi del sole, rivolto al declinare, penetrando obbliquamente per le aperture di quel padiglione, spandevano una luce calda rossiccia che riflettevasi pei vasi, le tazze, il metallo dell'armi e degli addobbamenti, e dava singolare risalto alle forme ed agli abiti di tutti quei personaggi assisi quivi alla mensa. Lumeggiati da tal chiarore apparivano più distinti e caratteristici i volti di que' guerrieri, ne' cui pronunciati lineamenti stava improntata la fiera ed audace vivacità dell'indole, fatta ancora più incontinente e decisa dai fumi del vino senza parsimonia tracannato, che rendeva a molti rubiconde le guancie, e faceva ad altri lucide ed ardenti come carbonchi le pupille. Giovin rosa fra rudi arbusti era Rina in quel convegno; ma benchè non pochi dei capitani vibrassero su di lei furtivi sguardi, nessuno ardì far pure un cenno con atti o con parole che al pudore di lei potesse riuscire offensivo, poichè oltre che i più s'erano avveduti dell'interessamento di Gabriele per lei, era dello spirito dei tempi, che dominava anche sugli animi più inverecondi, il non prorompere alla presenza di donne o fanciulle in motti sconci od osceni.
      Dopo alcun tempo da che durava quel convito, e da che i commensali, consunte le vivande, non attendevano che al vuotare i calici ed al novellare, s'udì elevarsi al di fuori un gran clamore con ripetuti prolungati evviva.


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Falco della rupe o la guerra di musso
di Giambattista Bazzoni
Ant. Fort. Stella e figli
1829 pagine 359

   





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