Erano applausi al Castellano che uscito dalla casa delle sorelle si recava col Borromeo ed il rimanente di sua comitiva alla volta dell'arsenale, con che soddisfacendo al desiderio dal Conte enunciato di esaminare partitamente quel vasto edificio, famosa officina d'armi e di navi, assecondava la propria mira che era di far nascere in lui pił grande ed energica l'idea della sua potenza per guadagnarne lo spirito interamente.
Riferita nel padiglione di Gabriele la causa di quei clamori, tutti di lą si partirono dirigendosi la maggior parte all'arsenale, ove si recarono pure Gabriele medesimo con Falco, Orsola e Rina. Entrati questi colą s'aggirarono buona pezza pei cantieri, per le sale delle arti e degli armaiuoli; ma della vista delle cose ivi esistenti non si compiacque altri che Falco, nella cui mente s'aggiravano di continuo immagini di navi, di spade, di pugnali, d'archibugi: Orsola, troppo semplice ed inesperta, nulla comprendeva intorno ai complicati ordigni d'armamento: Gabriele e Rina, l'un dell'altro indefessamente occupati, poca attenzione prestavano a quegli oggetti che al pari d'ogni altro pił prezioso e singolare del mondo non potevano produrre ad essi alcuna impressione aggradevole, poichč ogni loro facoltą era assorta nell'infrenabile sentimento d'amore.
Trascorso tutto l'arsenale, ne riuscirono all'uscita nel momento appunto in cui vi perveniva da un altro lato Gian Giacomo co' suoi nobili seguitanti. Gabriele, rompendo l'ala di popolo che difilata nel cortile attendeva il Castellano al passaggio, si presentņ a lui indicandogli essere colą Falco, il quale si rattenne indietro con sue donne compreso da soggezione e rispetto.
| |
Castellano Borromeo Conte Gabriele Gabriele Falco Orsola Rina Falco Orsola Gabriele Rina Gian Giacomo Castellano Falco Gabriele
|