Gian Giacomo cercò tosto avidamente collo sguardo quel suo valoroso Comandante di nave, e scortolo l'invitò della voce e della destra a farsi innanzi. Non potendo rifiutarsi a tal dimanda, s'avanzò desso, abbandonando però tra la folta le donne; ma Gabriele il quale, benchè si fosse rivolto a complimentare il conte Borromeo, se ne avvide, disse istantaneamente al fratello che col guerriero di Nesso erano venute la di lui moglie e la figlia. Gian Giacomo costrinse Falco a condurgliele davanti, e venute queste pure alla sua presenza, veduta appena la rara beltà della giovinetta, e accortosi dall'arrossire improvviso di Gabriele cosa passasse in lui, vibrò su di esso un rapido sguardo, ma così severamente espressivo e penetrante, che il giovine Medici impallidì di tal maniera, che se non era l'elmetto che gli ombrava parte del viso, sarebbonsi tutti i circostanti accorti di quel subitaneo tramutamento di colore. Si volse però tosto il Castellano con cortese modo alle donne, e dopo averle di nuovo guardate, sorridendo a Falco amichevolmente, disse:
Tali fiori crescono sulla tua rupe? e tu ne li volevi tenere celati? ma non sai tu che di simiglianti si trovano radamente nelle pianure e nelle città? - - Che ve ne pare, Conte d'Arona? (chiese al Borromeo.) Il nostro Luino, l'Oggionno o il Da Vinci non avrebbero ritratta questa fanciulla per farne un'angioletta o un serafino da porre nella gloria sull'alto d'una chiesa?
Io ho conosciuto un Gaudenzio da Varallo, rispose il Borromeo, che facendo ottimi dipinti e statue per le sacre cappelle del suo monte soleva prendere a modello le donne Fobellesi, che quanto a perfezione di forme portano il vanto fra le donne italiane, ma son convinto che all'occhio di quel pittore questa fanciulla non sarebbe apparsa punto inferiore alle stesse sue predilette montanine Valsesiane
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