Siccome il battello di Falco era rimasto sin dal mattino presso l'arsenale a poca distanza dalle navi da guerra, ed il luogo ove essi si trovavano al momento che fu risoluto il partire era in una parte di Musso a quella opposta, Falco condotte alla più vicina riva le donne, accennò loro di colà attenderlo, e recossi al sito ove stava il suo navicello per venire quivi a riprenderle, per il che Gabriele restò da solo con Orsola e Rina.
Era sul principiare della sera: l'ultima purpurea tinta del sole sparita ben anco dall'acuta sommità del Legnone lasciava risplendere in tutta la sua argentina luce la luna che apparsa col colmo disco in cielo, i monti di fianco e di prospetto vestiva di bianco lume, e ne dipingeva come brune macchie le fosche masse selvose: terse e placidissime stendeva le sue acque il lago, solo leggiermente increspate qua e là dalle aurette vespertine che uscendo dalle valli aleggiavano di tratto in tratto su di esso, spandendosi come un alito gentile che appanna la lucida superficie d'un cristallo.
Mentre Orsola s'accostava alle acque inoltrandosi alcun poco pel lido onde spiare se fosse lontano il battello, Rina e Gabriele rimasero soli vicini, e i loro sguardi s'incontrarono e si sostennero fisi, dimentichi nel contemplarsi d'ogni cosa creata, sinchè l'eccesso del sentire li costrinse entrambi a divergere le pupille: la fanciulla abbassandole al suolo, e Gabriele alzandole all'eterea volta ver' la regina della notte, ripetendo più fervido colla mente il voto da lui fatto sul baluardo del Forte d'aver Rina o morire.
| |
Falco Musso Falco Gabriele Orsola Rina Legnone Orsola Rina Gabriele Gabriele Forte Rina
|