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      Piena l'anima dei più vivi e soavi sentimenti e d'ogni cara speranza, il giovine Medici rimase sul lido per tutto quello spazio di tempo in cui gli fu dato distinguere al lume di luna le forme di chi sedeva in quella barca che vogava al largo; si mosse quindi di là, percorrendo la strada che sulla sponda guidava al Castello.
      Il conte Giberto Borromeo, preso congedo da Gian Giacomo quella sera stessa, nel mattino seguente di buon'ora partì con sua comitiva da Musso, avendo contratto l'impegno d'un nodo nuziale che doveva dare a Milano l'uno de' più illustri suoi Arcivescovi, ed alla Chiesa un famosissimo santo, quale si fu Carlo Borromeo, che nacque nel 1538, cioè sette anni dopo l'epoca del nostro racconto, da questo conte Giberto e da Margherita, secondogenita tra le sorelle del Medici, la quale colle germane e le cugine stava allora in quella casa foggiata a monastero, che sorgeva in vicinanza di Musso, ove il giovine Conte era stato condotto a pranzo dal Castellano.
      Gian Giacomo, che tutta conosceva la possanza della casa Borromeo, di cui i conti Lodovico, Giberto il senatore, e Pietro Francesco avevano allora recentemente ottenuti tante dignità e favori da Duchi e da Monarchi, calcolò che un'alleanza stretta da legami nuziali con quella stirpe patrizia non poteva che tornargli oltremodo proficua, e pensava che, estendendo coll'aiuto de' Borromei i confini de' proprii dominii sino a congiungerli coi loro feudi, tutto il paese compreso fra il Lario e il Verbano poteva un giorno cessare d'appartenere alla corona Ducale.


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Falco della rupe o la guerra di musso
di Giambattista Bazzoni
Ant. Fort. Stella e figli
1829 pagine 359

   





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