Il Castellano quando seppe l'infermità del fratello Battista, spedì tosto a Monguzzo il capitano Mandello con cento uomini d'armi onde rafforzasse il presidio, comandandogli desse prontissima mano a ristaurare e rimettere nel primiero stato le fortificazioni, non perdonando a spesa od a fatica, poichè forte gli premeva il conservarsi in possesso di quel Castello ch'egli considerava come l'antemurale de' suoi dominii del lago. Partito il Mandello e assecurata la difesa di Monguzzo, Gian Giacomo non aveva altro pensiero che il travagliasse, fuorchè quello dello scarso numero a cui trovavansi ridotti i suoi soldati, poichè ben vedeva che i dì delle battaglie non erano tutti trascorsi, e che era per lui urgente necessità di avere a' suoi ordini numerosa gente per sostenere i futuri inevitabili conflitti.
Si compì però di que' giorni un avvenimento che anche a tale bisogno promise certo riparo. Il conte Volfango Teodorico d'Altemps, invaghitosi di Clara la maggiore sorella del Castellano, a lui la richiese in donna, ed esso gliela concedette, a patto però si recasse in Alemagna alla terra di Altemps, possedimento di Marco Sittico suo padre, ed assoldate molte schiere tedesche, inviandole pel Tirolo e pei monti della Valtellina, le facesse prontamente pervenire a lui in Musso. Il conte Volfango aderì alla proposta: vennero celebrate le nozze, e partito colla sposa, giunto in Germania, ove il padre lo accolse con sontuosi festeggiamenti di conviti e tornei, si diede ad adunare bande armate per adempiere alla promessa contratta col Castellano.
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