Verso quest'ora, mentre foltamente nevicava, diede l'ordine della partenza, e quando l'ultime schiere, ed egli dietro a tutte, furono usciti da Como, volle se ne chiudessero diligentemente le porte, onde nessuno di quelli che avevano seguíto l'esercito potesse rientrarvi; e lasciato perfettamente oscurare, raggiunto da espertissime guide, abbandonò la via verso Milano, facendo volgere l'armata sulla strada della Brianza per riuscire inaspettatamente al Castello di Monguzzo.
Gian Giacomo dal giorno della partenza dell'Ambasciatore ducale erasi sempre rimasto tranquillo co' suoi nella propria fortezza di Musso, riputandosi sicuro d'ogni nemica molestia per l'inopia in cui sapeva trovarsi il Duca, e pel rifiuto de' nuovi soccorsi che gli venne riferito essere al medesimo stato fatto dal De - Leyva, e specialmente per la crudezza della sopraggiunta stagione che pareva dovesse frapporre ostacoli insormontabili ad ogni movimento d'armata. Cominciò però desso a provare vive inquietudini allorchè ebbe cognizione che la novella giunta a Milano dei meditati sponsali del Duca con Cristina di Danimarca aveva fatta rinascere la primitiva amichevole relazione del Generale spagnuolo collo Sforza, ed i suoi sospetti del prossimo rinnovamento della guerra divennero certezza quando gli fu riferito che s'avviava a Como un forte esercito condotto da un nuovo comandante.
Nondimeno per quanto fosse esercitata ed acuta la sua previdenza, egli non giunse ad immaginarsi che i Ducali moverebbero ad assalirlo nel cuore d'un sì ruvido inverno, e ben lungi dal temerli, considerava che, venuta la primavera, avrebbe recati ad essi gravi nocumenti sia colle schiere tedesche dell'Altemps, sia colla propria flotta assai superiore a quella dei nemici.
| |
Como Milano Brianza Castello Monguzzo Giacomo Ambasciatore Musso Duca Milano Duca Cristina Danimarca Generale Sforza Como Ducali Altemps
|