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      Falco fu quindi il primo a frenare i progressi del nemico: s'erano dessi appena avveduti dell'accostarsi della Salvatrice, coperta per varii istanti dalla nebbia e dal fumo ai loro sguardi, che provarono gli effetti della sua terribile presenza, poichè vennero fulminati dalle bombarde di questo legno caricate a scheggia con colpi frequentissimi che fecero immensa strage. Difettando essi colà d'artiglierie, e non sapendo come schermirsi da quelle offese, furono costretti parte col Vestarino a retrocedere, parte a cacciarsi tra le case, e parte su pel colle nella selva: questi ultimi s'incontrarono in quelli che retrocedevano respinti da Gabriele, e collegatisi tornarono uniti più furiosi all'assalto contro di lui. Falco veggendo i Ducali sbandarsi, nè potendo più dirigere in pieno i suoi colpi, lasciò alcuni bombardieri sulla nave per trarre al nemico se si presentava allo scoperto, e balzato cogli altri uomini sui battelli, afferrò il lido e, ordinate le schiere, piombò addosso a quelli che s'erano spinti nelle prime abitazioni di Bellaggio.
      Durò lunga pezza furiosissimo il combattimento corpo a corpo sulla riva, dentro le case e su pel colle, e siccome anche dall'altra parte del lago continuava la pugna, ambedue quelle sponde risuonavano di spessi colpi e di grida. A poco a poco però il rumore della battaglia s'andò scemando e allontanando dalla riva di Tramezzo, e gli spari d'archibugio rari e dispersi indicarono che era piuttosto un inseguirsi che un combattere regolarmente.


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Falco della rupe o la guerra di musso
di Giambattista Bazzoni
Ant. Fort. Stella e figli
1829 pagine 359

   





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