Presso Bellaggio i Ducali vennero finalmente ricacciati dalle case di cui s'erano sulle prime impadroniti; e mentre incoraggiati dal Vestarino, ch'era ritornato con fresche truppe presso il borgo, vi si spingevano con nuovo urto, Gabriele, sbaragliati gli oppositori del colle, li prese di fianco e li costrinse a cedere il campo e ritirarsi fuggendo.
Tolse ai Mussiani l'inseguire il nemico la neve che incominciò foltissima a cadere, e il considerare che più oltre potevano essere disposti agguati, per cui i Capitani richiamarono gli uomini d'armi dentro la Terra, ricollocando le sentinelle e facendo formare duplici barricate all'intorno di essa. Falco condusse di nuovo la Salvatrice in porto, e poscia recossi cogli altri due Comandanti alla rocca degli Stampa.
Venuta la sera, dopo aver preso abbondante ristoro, si ridussero essi tre presso un gran fuoco, acceso in una spaziosa sala adorna d'armi e dipinti antichi, e quivi Falco e Sarbelloni, vuotando di quando in quando le tazze, riandando gli eventi della pugna, si congratulavano seco medesimi della vittoria, scagliando imprecazioni contro il nemico, e invitando all'allegria Gabriele che si mostrava mesto e pensoso. Quand'erano più caldi in que' ragionamenti s'intese battere a colpi replicati la porta: alcuni uomini d'armi del drappello che stava in un camerone inferiore, accorsi a vedere chi fosse, vennero frettolosi nella sala ad annunziare essere un frate che chiedeva con molta istanza di parlare ai Capitani del Medici. Questi ordinarono entrasse, e Falco, riconosciuto in esso lui frate Andrea della Casa dei Malati in Nesso, sentì un gelo scorrergli per l'ossa, chè paventò un tristo annunzio, e non s'ingannò; poichè appena entrato quel frate, che aveva la barba ed i capegli scarmigliati, lacera e tutta bagnata la tunica, mostrando la spossatezza di chi ha fatto lungo e disastroso cammino, disse con voce tremante agli atterriti Capitani, che una banda di nemici giunti improvvisamente in Nesso aveva cercato di penetrare nella Rocca, al che si opposero a viva forza i terrazzani: ma che comparve colà ben tosto una nave di Ducali, i quali scesi a terra, ed unitisi agli altri assalirono e dispersero i più vigorosi, e penetrarono poscia nelle case uccidendo e ferendo quanti ne trovavano, e incendiando casolari, presepi, masserizie, per cui tutta Nesso era in fiamme; proseguì dicendo che venuti alla Casa dei Malati fecero macello di tutti quelli che vi trovarono, e ch'egli era scampato al loro furore fuggendo per la via dei monti onde ricoverarsi a Bellaggio, essendo il giorno antecedente corsa la voce ch'erano quivi pervenuti i soldati del Castellano.
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