Tremavano a tale narrazione per convulsi moti di rabbia i muscoli di Falco, le sue labbra s'erano impallidite, e gli occhi di lui tramandavano sinistri lampi: udì tutto, e non osò domandare della sua donna e della figlia; s'alzò d'un balzo; prese il moschetto, indossò la schiavina, e pronunciato un addio, s'appressò per uscire alla porta: ma s'oppose al suo passaggio Gabriele, che fuori quasi dei sensi, con voce disperatamente sicura disse: "Ecco a che ti condusse l'ostinato tuo resistere alle mie istanze di abbandonare la rupe: essa forse a quest'ora... Ma qualunque sia la sua sorte, aspettami; io debbo esser teco, e perire con lei, o salvarla: così ho giurato irrevocabilmente al Cielo!"
Falco restò muto a tali accenti, guardò quel giovine con occhio di compianto, chè certo non era solo in quel punto che scopriva l'arcano dell'amor suo, e quando Gabriele s'ebbe ricinta la spada che aveva deposta, presolo per mano, uscì di là frettoloso. Achille Sarbelloni non osò impedire nè frapporre indugio a quella dipartita, comprendendo l'imperiosa necessità che l'aveva causata, e accorgendosi dai modi assoluti con che que' due s'erano allontanati l'inutilità del trattenerli.
Era nera la notte, cessato il nevicare, spirava gelido un vento che le acque del lago frangeva alla sponda con reco mormorio: terra terra però scorgevasi un debolissimo chiarore, prodotto dal biancheggiare della neve, che faceva meno incerto il cammino ai due guerrieri, i quali avevano a quell'ora abbandonata la Rocca Stampa.
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