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      Calarono così dicendo frettolosi dalla rupe al sentiero per entrare nel borgo, quando Falco, guardando verso il ponte del torrente, vide un uomo che cautamente s'avanzava su di esso: s'arrestò, osservò attentamente e disse con ansia a Gabriele: "Quello è Negretto il Tornasco: egli saprà sicuramente darci qualche indizio intorno alle donne". E portando la mano alla bocca per dirigergli la voce, gridò: "Tornasco, Tornasco!" "Falco". "Sei tu?" "Son io". "Sai nulla?" "So tutto". Le mie donne..?" "Son esse che mi mandano: ora ti dirò ogni cosa". S'avvicinarono gli uni all'altro a rapidi passi, e Negretto narrò con spedite parole che trovandosi in Nesso nel momento ch'erano quivi giunti i Ducali, fu de' primi a combattere contro di loro, ma che forzato a cedere fuggì dal Borgo allorquando cominciava l'incendio; che però avendo voluto essere spettatore di ciò che avveniva, s'era postato sul monte poco in su del sentiero che entra nella Valle del Noce; che dopo alcun tempo vide al chiarore delle fiamme due donne che venivano a quella volta, e ch'ei riconobbe per la moglie e la figlia di Falco, onde tosto discese verso di esse, offrendosi a scortarle nella loro fuga; che le medesime lo pregarono invece istantemente andasse per la via de' monti a Bellaggio, perchè sapevano ch'era quivi giunta la nave di Falco, cercasse di lui, e lo avvertisse che per sottrarsi all'imminente periglio esse recavansi, per quella valle alla Cappelletta dell'Eremita nel bosco di Zelbio, che quivi sino al mattino lo avrebbero atteso, e che di là non sarebbero retrocesse se non quando si fossero affatto allontanati i nemici.


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Falco della rupe o la guerra di musso
di Giambattista Bazzoni
Ant. Fort. Stella e figli
1829 pagine 359

   





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