Pagina (295/359)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ora nella vôlta e nelle pareti ristrette e basse nereggiava liscia l'ardesia; ora lo scisto verdastro cilestrino o giallognolo rigato da fili d'acqua offriva l'aspetto d'un drappo steso, di cangiante colore frastagliato da lucide striscie; in alcuni luoghi strati di bianca marna formavano lunghe zone compatte, in altri brillavano al lumeggiare delle faci mille e mille punte argentine nella scabra arenaria: qui miravasi la vôlta vasta e piana formata d'un solo masso di granito che spaccato dai lati in larghe fenditure presentava enormi arcate sostenute da informi colonne fra cui s'apriva il varco ad altri spechi; là perpetue stille gocciavano dalle acute stallatiti pendenti dall'alto.
      I quattro che battevano quello strano e cupo calle contemplavano con istupore misto a meraviglia, fatta maggiore dalle tremende idee di che erano stati poco prima agitati, il variato succedersi di tanti ciechi ravvolgimenti, dai quali non avrebbero creduto potere riuscire mai all'aperto, se Falco stesso non avesse assicurato d'averli altre volte percorsi, ed egli medesimo pensando ai timori ed all'esitanza che dovevano naturalmente durare nel cuore di quelli ch'ei conduceva per una sì lunga sotterranea via, rallentò d'alcun poco il passo, e rompendo pel primo il silenzio, disse:
      Se fossimo andati tanto all'ingiù quanto siamo saliti per questa strada, io credo che saressimo già arrivati dove si comincia a vedere il fuoco a trasparire dalle porte della casa dei dannati; ma finalmente per quanto sia grosso il monte dentro cui camminiamo, m'accorgo che l'abbiamo quasi attraversato.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Falco della rupe o la guerra di musso
di Giambattista Bazzoni
Ant. Fort. Stella e figli
1829 pagine 359

   





Falco