Oh come rapidi trapassarono quei giorni di pura inenarrabile felicità! Venuti i primi di marzo giunse a Gian Giacomo avviso che nuove schiere erano arrivate da Milano in Monguzzo al capitano Acursio,il quale aveva già date tutte le disposizioni per muovere nuovamente contro Lecco, come eragli stato ordinato; che il Vestarino, raccolte tutte le navi presso Bellaggio, disponevasi a salpare alla volta di quella medesima Terra per dar mano alla sua conquista. Il Castellano, sebbene avesse fatto proponimento di non tenersi che sulle difese, pure sedotto dall'occasione che stava per offrirgli il nemico di poterlo attaccare navalmente, nel qual genere di combattimento sentiva quanto fosse superiore ai Ducali, radunò i suoi Capitani, e fece loro aperto il suo progetto che venne accolto con unanime applauso. Fu tosto spedito secreto annunzio di quanto si era per intraprendere ai Capitani che comandavano le navi Mussiane rimaste a Lecco, cogli ordini e le istruzioni intorno ai modi che avessero a tenere onde mettere il Vestarino co' suoi legni fra due fuochi nel momento che meno se lo attendesse. Per poi determinare vie meglio il Comandante ducale ad avviarsi per acqua colle truppe a Lecco, il Castellano comandò al Mandello ed al Sarbelloni abbandonassero Varenna, il che giovavagli eziandio onde accrescere gli equipaggi delle proprie navi cogli uomini d'armi comandati da loro.
Tutto fu allestito in Musso colla massima secretezza, e l'avviso ai soldati di partire sul far del giorno venne dato da Gian Giacomo Medici quella sera stessa che il Vestarino lo diede in Bellaggio alle sue squadre, il che egli seppe per mezzo d'avvedutissimi esploratori colà appositamente mandati.
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