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      Falco, a cui pure era stato comunicato il comando della partenza e aveva già indossato il suo giaco e la schiavina, riconosciutolo, venne ad aprirgli, dicendo: "Ren venuto, signor Gabriele: voi foste più pronto ad alzarvi dei suonatori di tamburo che stanno adesso sui baluardi battendo la diana per farci camminare al porto. Vogliamo correre velocemente sul lago, perchè sento un gran vento, e mi pare che spiri da tramontana: ma lasciamolo fare, questo è il suo mese; andremo però con un sol quarto di vela, perchè lo sbattimento delle acque mi indica che il lago è coperto di montoni". "Dove credi tu che raggiungeremo i Ducali?" richiese Gabriele tosto che fu entrato in casa.
      Se quest'aria si mantiene sempre favorevole, partendo noi subito potremo raggiungerli fra Olcio e Mandello, poichè essi non lasceranno Bellaggio prima che aggiorni perfettamente. Ma voi siete assai pallido, mio signor Gabriele: che avete? forse la brevità del riposo... il vento... il freddo?.. Rina, ove sei? vieni ad accendere il fuoco; e tu, Orsola, reca un vaso di vino. Sedetevi qui: partiremo quando verrà dato il secondo segnale; intanto riscaldatevi e bevete, che fa d'uopo scacciare per tempo il gelo dalle ossa per fare una buona giornata. Sta finalmente per cadere nel laccio anche il Vestarino, quella volpe vecchia che ci aveva presi per tante galline: chi sa che non siate voi destinato anche questa volta a decidere le cose facendogli fare la stessa fine del Gonzaga?
      Lo volesse il cielo! Il desiderio e l'opera per parte mia non mancheranno; ma temo che non mi si presenti favorevole l'occasione


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Falco della rupe o la guerra di musso
di Giambattista Bazzoni
Ant. Fort. Stella e figli
1829 pagine 359

   





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