Dopo avere parlato a lungo e ripetute più volte le stesse cose? conchiuse dicendo al fratello Agosto: "Se mentre noi siamo nelle acque di Lecco accadesse mai che il nemico s'approssimasse a questa sponda da qualch'altra parte, fa incendiare l'arsenale, fa entrare i lavoratori nella Fortezza, mettili in armi per servirtene alla difesa; ricordati di tenere, colle artiglierie più basse, sgombre di navi Ducali le acque del porto per agevolare al ritorno il nostro reingresso. Voi poi, Cancelliere, chiamerete a conferenza il Maestro della mia Zecca, gli ordinerete di desistere dal far coniare, rivederete i suoi conti, e farete trasportare tutto l'oro e l'argento nel Forte. Prima però vi recherete alla casa di Musso da mia sorella Margarita onde narrare ad essa la causa della mia partenza, persuadendola a stare di buon animo, e sia vostra cura il far disporre in Castello nella Rocca di Sant' - Eufemia un quartiere convenevole a lei e all'altre mie parenti e persone che seco si trovano, ove dovrete condurle in caso di pericolo; e ciò farete pure coll'altre donne che appartengono a' miei Capitani, le quali, abitando in Dongo o in Musso, desiderassero rifuggirvisi".
Ciò detto, s'avviò col Pellicione dal braccio del molo al ponte del Brigantino; gli altri Capitani discesero i gradini del porto e dai battelli montarono alle navi. Gabriele pria di mettersi in acqua abbracciò il fratello Agosto che quivi rimaneva, e strìnse senza parlare la mano al Cancelliere, che sbalordito dal vento, e colla mente confusa dalle tante ricevute incumbenze, non s'avvide di lui che quando era già con Falco sul lago, fece ad esso un saluto a due mani, cui il giovine rispose, poscia sì tolse di là, e rientrato nel Castello risalì alle sue stanze del Forte borbottando fra i denti: "L'ho sempre detto io che vogliono finirla male per forza!
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