Dov'è il giudizio a partire con un vento di questa sorta che mette il lago sottosopra come un pentolone che bolle? Di loro veramente non me ne importerebbe gran fatta; sarebbero tanti pazzi furiosi di meno a questo mondo: mi duole per quel povero ragazzo che trascinano alla mala fine: egli è un bravo figliuolo pieno d'ingegno e di buon cuore; peccato che perda il suo tempo dietro la figlia di quel barcaiuolo dalla rete in capo venuto a star là giù! Potrebbe sapere a quest'ora tutto il trattato dell'inquartatura e delle fascie negli stemmi semplici e figurati. Ma pazienza! s'ei trascura d'approfittare de' miei insegnamenti, peggio per lui: non fa però male a nessuno: il male chi lo fa veramente è suo fratello. Ha paura che quei di Como e delle montagne vengano qui, e lui va ad inzigarli a bella posta per farveli venire: tutti pensano che bisognerebbe starsene quatti quatti, attendere ai fatti proprii e lasciar tranquillo il mondo, e il suo bel gusto invece è di stuzzicare il vespaio..! E poi che maniera è questa di far alzare un galantuomo all'ora dei gufi, e tenerlo lì a quel vento che schianta gli alberi, per darci l'incarico di rivedere i conti del Maestro della Zecca, che fa più colonne di numeri che non siano corde in una nave e confonderebbe co' suoi scartafacci il capo ad Archimede? L'andar giù nel monastero delle sue sorelle tanto non mi dispiace: quelle brave signore hanno certe paste dolci, e certe sucomelate eccellenti per lo stomaco... Uf!.. uf! che vento! sta a vedere che mi precipita giù da queste lunghe scale così diritte!
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