Il capitano Pirro Rumo, cui era stato dal Medici affidato il comando supremo delle quattro navi e delle altre barche che stavano nel porto di quel borgo, già istruito da Gian Giacomo di quanto avesse ad operare, trovandosi pronto cogli uomini d'armi sui legni, vedute appena spuntare da lungi le vele Ducali, fece avvertito Alvarez Carazon, che capitanava il presidio, attendesse gelosamente alla difesa, e dati i segnali si mosse incontro alle navi di Como. Il vento quivi era mite, perchè soffiando da tramontana era riparato in gran parte dai monti della Valsasina, per cui i Mussiani, benchè s'avanzassero a forza di remi, molto non istettero a trovarsi a gittata di bombarda dai Ducali, e incominciarono infatti tostamente a fulminarli.
Giungeva Gian Giacomo in quel punto alla vista di Mandello, e mirando da lungi i suoi legni azzuffarsi coll'inimico, e la parte più grossa della flotta del Vestarino ferma innanzi a Mandello, presuppose tostamente qual fosse lo scopo del suo avversario nel tenersi in quella posizione, e calcolò ad un tempo non esservi altro partito da prendere che oltrepassare Mandello, gettarsi sulle poche navi Ducali che stavano combattendo contro le sue, affondarle o trascinarle a forza a Lecco, e quivi scendere a terra per dar mano al Carazon a respingere l'Acursio. Trovavasi, quando concepì tale disegno, ad un tiro e mezzo di cannone superiormente a Mandello: il comunicò sull'istante al Pellicione, il quale fatti dare i segnali alle altre navi che seguissero con somma prontezza il Brigantino, comandò alla ciurma di questo progredisse a tutta spinta di vele e di remi alla volta di Lecco.
| |
Pirro Rumo Medici Gian Giacomo Ducali Alvarez Carazon Como Valsasina Mussiani Ducali Gian Giacomo Mandello Vestarino Mandello Mandello Ducali Lecco Carazon Acursio Mandello Pellicione Brigantino Lecco
|