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      Piombato inaspettatamente il Sarbelloni addosso agli artiglieri che tenevano vivo il fuoco della batteria più prossima al lago, gran parte ne uccise, gli altri fugò prima che alcun'altra schiera giungesse ad opporglisi; tanta agevolezza non ebbe Falco nel suo conquisto, poichè essendo stato veduto da quelli che stavano in alto, anzichè potesse giungere al luogo ove erano piantate le bombarde, ebbe più colpi tratti a scaglia che diradarono la sua banda; ma pure montando accanitamente all'assalto innanzi a tutti, percosse col suo moschetto i Ducali fra i carri stessi delle artiglierie. Il giovine Medici, giunto co' suoi presso le case di Mandello, si scontrò in varii soldati Ducali che, discesi pei primi dalle navi, venivano disordinatamente per trovare rifugio; non potendoli evitare, piombò loro addosso e ne fece macello.
      Più uomini erano corsi intanto frettolosissimi ad annunziare al Vestarino che il nemico stava alle porte di Mandello, e si rendeva padrone delle batterie: il Vestarino fu non poco sorpreso da tanta audacia e prosperità del nemico, ma non si smarrì d'animo: fece suonare a raccolta, e mentre chiamava ad ordinanza i soldati dispersi pel lido, mandò le due schiere d'archibugieri che stavano già disposte in Mandello contro la più vicina truppa de' Mussiani, che era quella comandata da Gabriele. Nacque tosto accanita la pugna, ma il giovine Capitano combattendo da prode qual era, assecondato valorosamente da' suoi, ruppe la schiera nemica e sì spinse dentro le stesse vie del Borgo, ostinato a voler giungere allo scopo che s'era prefisso d'assalire la batteria al di là di quello.


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Falco della rupe o la guerra di musso
di Giambattista Bazzoni
Ant. Fort. Stella e figli
1829 pagine 359

   





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