Pellicione montato sull'alto del muro a cui erasi approssimato il messaggiero Ducale, gli intimò ad alta voce esponesse l'oggetto di sua venuta. A tale richiesta, quel guerriero si tolse una carta ripiegata e suggellata che teneva riposta nella fascia che il cingeva, e levandola alto disse: "Vengo per ordine del mio Generale a recare questo foglio al signor Gian Giacomo Medici:" Il Pellicione fece subito calare una cordicella, a cui il Messaggiero attaccò la lettera che venne tirata su, ed esso se ne ritornò al proprio accampamento.
Portato il piego a Gian Giacomo, che con grande ansietà attendeva gli fosse riferito lo scopo di quell'ambasciata, l'aprì con premura e lesse in un foglio, che ne conteneva un altro, le seguenti parole:
Signor Castellano,
Per comando del Duca mio Signore le spedisco l'inclusa lettera giunta al mio campo da pochi momenti. Quegli che l'ha consegnata a me, ha l'incarico di riportarne a Milano la risposta, onde se le piace trasmettermela faccia innalzare una bandiera bianca sul muro alla seconda Rocca, e spedirò un soldato a prenderla a piedi del baluardo. Dal campo di Musso questo giorno 25 marzo 1532.
Lodovico Vestarino".
Gian Giacomo portò tosto lo sguardo sul foglio che stava in quello rinchiuso, e vedendo nella soprascritta il carattere del proprio fratello Giovan Angelo, l'aprì frettolosamente e vi lesse:
Amato fratello! Battista, che qui fu condotto ferito e prigioniero nel mese di gennaio, e fu tenuto per volontà del Duca in questo Castello di Porta Giovia, narrommi il triste evento della presa di Monguzzo, e presentommi il quadro esatto di tutte le forze che ti rimanevano sia di uomini, sia di navi e munizioni per far fronte alla guerra inaspettatamente scoppiata.
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