All'udire l'esiguo numero al quale erano ridotte le tue truppe, io esclamai con dolore che vano sarebbe stato per te un più lungo resistere ai nemici per la smisurata loro preponderanza, da cui ogni altro meno eccellente oppositore sarebbe stato da gran tempo vinto e distrutto. Ma Battista mi disse che tu attendevi grosse bande Alemanne che dovevano essere a te condotte da nostro cognato il Conte d'Altemps, col sussidio delle quali tu avevi certezza di respingere il nemico e costringerlo a rispettarti per l'avvenire. Io faceva voti per la tua prosperità e invocai per te giorni di potenza e di pace, allorchè appunto il Cielo mostrò chiaramente di non esaudirmi, poichè giunsero le novelle delle grandi vittorie riportate su di te dal Vestarino e dall'Acursio a Mandello ed a Lecco, che colmarono di gioia questa Corte di Milano, e noi riempirono d'afflizione ed amarezza. A fare più irreparabile il caso noi seppimo cinque giorni sono da certi Tirolesi qui arrivati, che le bande assoldate per te dal conte Volfango, giunte che furono a Trento, quel Vescovo, per comando dell'Imperatore, si oppose al loro passaggio(22); onde furono costrette a retrocedere, per la qual cosa ci è fatto evidente esserti omai tolta ogni possibilità di riparare agli assalti delle armi Ducali e della Lega.
Tu sai che io, quantunque caldo amico e fautore della pace fra gli uomini, per l'indole mia propria che abborre dal sangue, e per la venerazione alle sacre e pietose leggi evangeliche di cui sono per mio stato propagatore, non ho mai insinuato a te di desistere dalla guerra sinchè mi parve che essere ti potesse una sicura guida a quella nobile indipendenza ed ingrandimento di stato che le belligere tue virtù sembravano accertarti.
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