S'assise, meditò: fece chiamare il Pellicione, gli diede a leggere il foglio, e conchiusero insieme che conveniva piegarsi al potere della contraria fortuna, ed accettare le condizioni che sarebbe per proporre il Duca. Il Castellano rescrisse una tale determinazione al fratello, mostrando di rassegnarsi al destino, ma con tale dignità e fermezza che confinava coll'alterigia d'un vincitore: la lettera fu mandata al Campo del Vestarino, mediante il segnale della bandiera, e dal Vestarino spedita immediatamente a Milano. Pellicione per ordine del Castellano medesimo fece noto la causa di quella corrispondenza a tutti gli altri Capitani ed agli uomini d'armi, dimostrando loro gli svantaggi e l'impossibilità d'una resistenza, e quanto fosse conveniente il trattare della resa, quando si potevano ottenere per tutti larghe ed onorevoli condizioni.
Quattro giorni dopo la spedizione della risposta a Milano giunsero al Campo di Musso Agostino Ferrerio vescovo di Vercelli e messere Galeazzo Messaglia, quali ambasciatori del Duca. Prima di conferire col Medici essi chiamarono ad adunanza i Condottieri principali della Lega Grisa ed esposero loro che era intenzione del duca Francesco Sforza di porre un termine a quella guerra per mezzo d'amichevoli trattative, a cui il nemico comune erasi mostrato disposto ad aderire. Fecero vivo contrasto a simile determinazione i Capi Grigioni, accaniti avversarii del Medici, che vedere lo volevano sterminato, e non vi si piegarono che quando fu fermo il patto che il Castello di Musso, uscitone appena il Castellano, verrebbe demolito da capo a fondo, nè più sarebbe ricostruito onde mai vi stanziasse persona che riuscire potesse molesto vicino a quegli abitatori delle Retiche montagne.
| |
Pellicione Duca Castellano Campo Vestarino Vestarino Milano Castellano Capitani Milano Campo Musso Agostino Ferrerio Vercelli Galeazzo Messaglia Duca Medici Condottieri Lega Grisa Francesco Sforza Capi Grigioni Medici Castello Musso Castellano Retiche Pellicione
|